(25 Marzo 2015, di Daniele Guarneri, www.tempi.it)
In un libro le testimonianze di familiari e amici della giovane donna morta nel 2012 per dare alla luce suo figlio. «Quando ami veramente una cosa? Quando sarai libero di perderla»
Di Chiara Corbella Petrillo, la ragazza romana scomparsa nel 2012 a 28 anni dopo aver scelto di non curare un tumore per dare alla luce il figlio, abbiamo scritto e raccontato tanto. Molti avranno già letto il libro che ne racconta la storia, Siamo nati e non moriremo mai più. Ora, se non lo avete ancora fatto, vi consigliamo la lettura di Piccoli passi possibili (Porziuncola, 125 pagine, 12 euro). Non è un nuovo libro su Chiara ma semplicemente un’altra fonte a cui attingere. Frutto di un incontro che si è svolto il 15 settembre 2013 ad Assisi a cui hanno preso parte circa milleduecento persone. E dove sono intervenuti i genitori e la sorella di Chiara, il marito Enrico, gli amici biografi (autori della biografia ufficiale di Chiara), e poi i medici che l’hanno seguita e il padre spirituale. Questo libro raccoglie le loro testimonianze. Con una prefazione a firma di Costanza Miriano, che Chiara non l’ha nemmeno conosciuta. Eppure anche lei, come tanti altri, è stata investita da un trionfo di bellezza e di grazia.
LA “REGOLA” DI CHIARA. «Ho scoperto altre cose meravigliose su di te», scrive la Miriano. «Che ci si può amare di un amore che non pretende, non possiede, non ha paura di deludere. Tu lo hai fatto trovando sempre il tempo per pregare, lo hai fatto aggrappandoti alla regola delle tre p, i piccoli passi possibili, contro la pigrizia e l’incostanza. Un lavoro di ginocchia, un lavoro di preghiera fedele».
Cosa sia questa “regola delle tre p” lo spiega bene padre Francesco Piloni, amico di Chiara. «Martin Buber, in un suo libro, insegna che il cammino dell’uomo non è una corsa, né il rimanere pigri o seduti, ma si sviluppa attraverso una serie di passi continui. Ogni giorno il Signore ti dà di fare un passo, ma il viaggio inizia sempre quando finiscono le certezze che ti sei dato. Il piccolo passo possibile si basa sulla fede non su quello che hai deciso con la testa; si basa su quello che è possibile vivere, che è un po’ di più rispetto a quanto ti sei dato come misura. Questa è la fede. Il piccolo passo possibile ha di fondo questo: renderti credente, ogni giorno, con quello che tu devi affrontare. Il piccolo passo possibile è ciò che ti spinge un poco più in là rispetto alle certezze umane». Una regola che ha segnato tutta la vita di Chiara.
LA PAROLA AI FATTI. Il libro è semplice, si legge spedito, ogni intervento può davvero insegnare qualcosa, ma quello che colpisce è che le persone che quel giorno sono intervenute ad Assisi, per fare emergere la storia di Chiara si sono limitate a raccontare i fatti così come sono avvenuti. «Non c’è nient’altro da aggiungere, perché la sapienza di Dio era già nei fatti». Fatti che ti investono, fatti di una bellezza esagerata. «Quanto stupidi e superficiali siamo noi uomini: ci accorgiamo del bello, del vero e del buono quando è già passato», scrive l’amico padre Francesco. Tutti cerchiamo l’alternativa, soprattutto chi non è in pace con il quotidiano, ma quello che possiamo sperimentare grazie a Chiara è «che tutto sommato la croce, se il Signore te la dà, la puoi portare, non perché sei forte ma perché c’è una grazia che, se l’accogli, ti sostiene. Il Signore non è bugiardo: ti dona la croce, ma anche la grazia per portarla», ha raccontato il marito. Dio non ti chiede di fare una cosa se non ti dà anche la grazia di farla.
COSA VUOL DIRE AMARE. Questo libro racconta anche dell’amore tra Chiara ed Enrico, un rapporto che stupisce e coinvolge, che dice qualcosa a ciascuno di noi: «Chiara aveva scoperto che il contrario dell’amore è il possesso. Quando comprenderai che una cosa, un amore, una relazione è veramente tuo? Quando sarai libero di perderlo. Perché quando hai la libertà di perderlo, ti accorgi che quello è un dono di Dio». Questa è stata la vita di Chiara, una bellezza esagerata che vi sorprenderà e vi investirà.